martedì 26 giugno 2012

GF CITTA' DI MEDICINA

In attesa di sapere che ne sarà della nostra grigliata, voglio raccontarvi della mia ultima impresa su strada.
Come avevo annunciato la settimana scorsa, ho preso parte alla manifestazione non competitiva "GF Città di Medicina", facente parte del circuito "Giro dell'Appennino Bolognese" (e delle valli di Comacchio ma suona male e non lo citerò più....).
Intenzionato a fare il lungo (147 km), per non tornare troppo tardi, mi reco a Medicina in tempo per partire con il gruppo dei primi; alle 6:30 stiamo già pedalando in direzione di Castel S.Pietro.
Contrariamente alle GF della Romagna, in questa la salita arriva in meno di 20 km; si sale dolci fino a Montecalderaro, dove troviamo il primo ristoro.
Discesa impegnativa, con fondo stradale in pessime condizioni ma l'organizzazione (ottima) ha provveduto a segnalare le buche e a tracciare una sorta di linea ottimale per evitarle; un lavoro davvero apprezzato.
Si scende fino a Monterenzio e poi si sale fino all'incrocio con via Arabella, dove inizia la salita che ci porta fino a Quinzano.
Si gira a destra per Loiano, su per una salita che ricordavo essere tosta e scopro che la memoria non mi ha ingannato; comunque si arriva a Loiano in meno di 5 km e poi si sale verso la Toscana, passando da Monghidoro, dove c'è il secondo ristroro, fino a scollinare al passo della Raticosa.
Scendiamo per 20 km, in una bella discesa che ci fa entrare in qualche bel paesino; si arriva ad una arteria importante (non ricordo quale valle fosse) ed arriviamo a Fontanelice.
Abbiamo da poco siperato i 100 km percorsi e l'ora è quella giusta per le insolazioni; ciononostante, il "tracciatore" pensa bene di farci fare una salita di 6 km tutta al sole, con pendenze che me l'hanno fatta paragonare alla salita di Grizzana da Pian di Setta... dura dura e senza una spianatina rigeneratrice.
Arrivati in cima c'è l'ultimo e veramente gradito ristoro; raccolgo le energie, approvvigionando solidi e liquidi.
Striscio il bancomat e parto per affrontare l'ultima discesa che ci porterà fino al traguardo.
La discesa in realtà è ripida ma molto breve e poi, per arrivare a Castel S.Pietro, cè del gran mangiaebevi che spezza le gambe; in più scopro che a fare i lunghi di questo circuito siamo in pochi ed è davvero difficile formare un gruppo.
Siamo in due e scendiamo ai 30/32; il "baffo" che è con me mi dice di aver speso tutto e mi supplica di non chiedere cambi.
Anch'io non sono messo bene, inizio a sentire accenni di crampi ai polpacci e alle cosce; il caldo è opprimente e l'acqua è bollente ma sto davanti cercando di fare il possibile.
Passiamo davanti al "Villaggio della Salute" e vedo una distesa di auto ed invidio tutti quelli che in quel momento stanno sotto il "fungo" a farsi accarezzare dall'acqua fresca....
Sgombrato il pensiero da questo "miraggio" continuiamo lentamente fino a Medicina; ringrazio comunque il "baffo" e, dopo una bella doccia, mi rifaccio con il pasta party.
Ottima la pasta, buona la piada con la salsiccia.
Alla fine me ne torno soddisfatto verso casa, fiero di me per aver portato a termine un altro "lungo" (il secondo della mia carriera).
Confermo la volontà di essere il promotore, per il prossimo anno, sia del Circuito Romagnolo, sia del Giro dell'Appennino Bolognese.
Spero di poter raccogliere qualche seguace in più di quest'anno per cercare veramente di raggiungere l'obiettivo di arrivare entro il 50° posto, come Società.
Salutoni a tutti e buona strada.
Tab
Link alla classifica

venerdì 22 giugno 2012

Grigliata e discesa in Notturna

Grigliata alla Commenda
12 luglio

Anche quest'anno è finalmente arrivato un altro appuntamento ormai storico, ricco di divertimento, di buona carne alla griglia, annaffiato il tutto da vino fresco e un pizzico di mistero ed avventura quando ridiscenderemo da Monte Mario in notturna.

Non si può certo mancare !!
Ricodatevi di portare luci per la discesa....


 
 

domenica 17 giugno 2012

COSA TOCCA FARE PER PRENDERE PUNTI...

Siccome pare che l'unico modo per salire in classifica sia quello di fare le stesse cose che fa il "GIUDICE" (il Conte), mi è toccato spararmi l'escursione di Savigno insieme a lui.
Lì per lì, senti parlare di escursione non competitiva e ti senti abbastanza tranquillo, perchè, se non c'è il patema del chip, pensi che sia una sgambata.
Invece non è proprio così....
Aderiamo all'invito di Sergio in 4: Stefano, Ugo, Pietro il grande (scortato dal figlio in "libera uscita") e lo scrivente.
Al momento dell'iscrizione ci viene consegnata la cartina del percorso con dei numeri telefonici da contattare in caso di necessità; la cosa mette qualche perplessità trattandosi di "non competitiva".... però la metto in tasca, non si sa mai.
Sergio che conosce i posti che andremo a pestare, ci da qualche informazione tecnica ma non ci dice proprio tutto...; la nostra intenzione iniziale è quella di fare il percorso lungo (34 km), visto che riteniamo che il corto sia troppo corto (24 km) per dei vecchi volponi delle ruote grasse come noi.
Puntuali alle 9 si parte e, dopo qualche centinaio di metri su asfalto, si inizia a salire su ghia; l'organizzazione ha messo i cartelli distanziometrici che ci informano di quanto manca al raggiungimento delle vette.
Dopo  almeno un chilometro di salita, vediamo il primo che ci segnala che mancano 6 km al primo GPM!!!
Io mi metto in coda e vado su molto lentamente, perchè non ho proprio la gamba per cercare di stare con i miei soci; la MTB necesiterebbe di un po' più di allenamento specifico, perchè fare lunghi su strada non significa essere in grado di fare dei 40 minuti consecutivi su per salite sempre sopra il 10% in fuoristrada.
Trattandosi di "non competitiva", i ragazzi mi aspettano (non so quanto ma mi vedo bene dal chiederglielo, per non minare la mia autostima...) in cima al primo GPM e si inizia a scendere.
La discesa è tecnica ed anche quì si vede la mia desuetudine al fuoristrada: mani, piedi e collo doloranti per lo sforzo continuo nel mantenere la bici in assetto decente.
Dopo un po' di saliscendi e pietraie nel letto del Samoggia, arriviamo finalmente al ristoro; il caldo già alle 9 era fastidioso, alle 10:30 è opprimente!
Ci rifocilliamo e discutiamo cosa fare per il proseguio, anche perchè la salita precedente ha minato la convinzione di alcuni di noi a portare a termine il lungo, vista la fatica ed il fatto che arriveremmo un po' troppo tardi a casa.
Comunque il bivio è un paio di chilometri dopo il ristoro ed è quasi a metà della salita del secondo ed ultimo GPM; decideremo più avanti...
Saliamo (io sempre nelle retrovie) su una ghiaiata completamente al sole, con pendenza che Stefano ci comunicherà essere 11,6% di media....
Boccheggiamo tutti ma al bivio ci mettiamo 10 secondi nel dire che si continua il lungo; da lì la salita si "aggrava" e, a turno, siamo costretti a fermarci nei pochi punti all'ombra.
Alla fine però, come sempre, arriva la vetta; ci raduniamo e poi giù in discesa fino a Savigno.
A 500 metri dall'arrivo mi accorgo di aver forato.... te pareva, ma arrivo comunque alla macchina in bici.
Facciamo i complimenti agli organizzatori per il bel percorso messoci a disposizione e, dopo una doccia veloce, partiamo per tornare a casa.
La bici è così, mentre fatichi e soffri per raggiungere la vetta, maledici il momento che hai deciso di fare questo sport, poi, arrivato alla fine del giro, per quanto più ti sei arrabbiato in salita, tanto più sei soddisfatto quando arrivi. Che strano....
Buona strada a tutti e alla prossima.
Tab
GARMIN

sabato 16 giugno 2012

GLI IRRIDUCIBILI (QUELLI CHE NON MOLLANO MAI)

Ricevo da Stefano e pubblico.

Oggi in piazza molte defezioni, forse a causa del caldo torrido, forse a causa di gite al mare, non è dato sapere.
Ma i fedelissimi Stefano, Ugo, Pietro il grande, Pietro il piccolo e Lorenzo non si sono fatti spaventare da questa giornata leggermente calda, 34°.
Si decide di partire precisi al rintocco della campana, anche se perdiamo qualche minuto a convincere Lorenzo  che continuava a sostenere di volere andare da solo in quanto non era sufficientemente allenato per potere stare al nostro passo. Partiamo per fare un classico Monte Mario sperando di potere trovare una temperatura leggermente più fresca, che illusi! Anche se appena partiti, in effetti, sembra di stare un po meglio, alla prima salita si comincia a gocciolare e si smetterà una volta a casa dopo una bella doccia fresca. Come cani da tartufo poco prima di scollinare alla commenda si inizia a sentire un profumino di salsiccia ai ferri che ci consente di percorrere l’ultimo strappetto in maniera quasi automatica. Un saluto verbale alla compagnia seduta al tavolo in attesa di ultimare la cottura e si riparte per il sentiero di sotto per arrivare in via orchidee. Si torna indietro per fare l’anello basso e ritornare alla commenda e scendere giù dal noccioleto. Sembra di infilarsi in una giungla intricata di vegetazione e rovi che offusca il sentiero e. . . .nessuno sa come, Pietro il grande si ritrova per terra!! Questo fatto fa ripartire il tam tam a livello mondiale convocando scienziati da tutto il mondo per potere finalmente trovare la prova che anche Pietro è un essere umano. A prova dell’accaduto Pietro porterà fino a casa un ciuffo di erba infilato tra le manopole e il manubrio. Per poter fermare Lorenzo decidiamo che sarebbe il caso di sparargli, visto che aveva dichiarato di non avere lo forza di pedalare con noi e invece sembra che abbia scoperto il meccanismo del moto perpetuo. Infine sbucati sulla strada delle ganzole si rientra alla base lasciando una scia di sudore per terra che sembriamo delle lumache.
Alla prossima uscita e ciao a tutti
Stefano

GARMIN

domenica 10 giugno 2012

ULTIMA TAPPA CIRCUITO ROMAGNOLO (ROAD)

Oggi si è svolta a Massa Lombarda l'ultima tappa del Circuito Romagnolo e, oltre ai 6 abbonati (Sara, Leo, AleMonti, Bianco, Raptor e Tab), hanno raccolto l'invito ad infoltire la truppa: Giorgio, Ugo, Massimo e Stefano, il quale si confrontava con la BDC per la prima volta su un percorso impegnativo.
Nonostante qualcuno abbia tentato di minare la nostra convinzione, abbiamo rispettato al secondo il programma; infatti siamo partiti esattamente al rintocco delle 7 della campana della piazza di Massa Lombarda.
Il meteo continua a crearci problemi; non c'è stata una sola di queste prove che non ci abbia regalato qualche difficoltà.
Oggi questa era costituita da un forte vento contrario che ci ha accompagnato fino a quando non è stata ora di tornare verso il traguardo; da li è diventato un fedele gregario che ci ha spinto a tutta fino all'arrivo.
Ma prima ha proprio disturbato... non solo quando lo avevamo di fronte, ma anche quando soffiava lateralmente, dove ti costringeva a stare concentrato per evitare che ti sfilasse la bici da sotto il sedere.
La cronaca vede il nostro gruppo stare più o meno unito fino al bivio tra il medio ed il lungo (AleMonti a parte, che si cimenta sempre sul corto, anche se oggi, un tentativo di fare il medio lo ha fatto...); al bivio, i convinti di fare il lungo sono: Tab, Bianco, Leo, Massimo e Raptor, mentre gli altri optano per il medio.

Foto di gruppo e ci salutiamo, noi lunghisti iniziamo subito con una salita che si mostra ostica; dopo qualche centinaio di metri ci troviamo di fronte ad un cartello con un grande punto interrogativo e la scritta "DIREZIONE SBAGLIATA".
A noi è sembrato uno scherzo perchè sotto non avevamo avuto alcun dubbio nel prendere quella direzione, non essendoci cartelli indicanti svolte.
Continuiamo e la salita continua a farsi dare del lei con lunghi tratti al 14-16%; nel salire a me continuava a frullare in testa il perchè avessero messo quel curioso cartello ma, vedendo che anche altri ciclisti, oltre noi, andavano in quella direzione, mi sono sentito abbastanza tranquillo.
Arrivati in vetta non c'era nessuno controllo, tantomeno cartelli e li ho creduto che la beffa stesse per concretizzarsi; ciononostante, i più veloci in salita erano già in discesa ed allora ho proseguito insieme a Massimo e Leo.
La discesa era davvero impegnativa e mi dicevo che sarebbe stata una sofferenza averla dovuta fare in salita.
Al termine, arriviamo ad un incrocio e non c'era alcun cartello....come volevasi dimostrare!
Siamo una ventina, tutti esterrefatti; uno chiama l'organizzazione e abbiamo la conferma di aver sbagliato strada; cosa si fa?
Dopo svariate ipotesi, non ci resta che scegliere di ritornare indietro; uno dotato di inclinometro ci annuncia che la discesa gli ha dato tratti al 18%....aiuto!!!
Però quando il gioco si fa duro...i duri cominciano a giocare; saliamo lentamente la strada appena percorsa e, dopo grandi sforzi, raggiungiamo la vetta.
Ci buttiamo in discesa e raggiungiamo il bivio incriminato; ora la freccia di svolta a destra c'era ma siamo tutti pronti a giurare che all'andata non ci fosse.
Infatti, chiacchierando con altri ciclisti nell'area ristoro all'arrivo, scopriremo che la freccia era stata tolta e l'organizzazione (probabilmente a seguito della telefonata), ha provveduto a ripristinare le corrette indicazioni.
Dopo un breve conciliabolo, decidiamo che abbiamo perso troppo tempo (almeno 45 minuti) e fatto troppa salita fuori programma (tra anda e rianda, abbiamo aggiunto almeno 500 metri al computo altimetrico) per fare il lungo ed allora si opta per il medio.
Da qui poco da dire, se non che le altre tre salite non sono scherzi, soprattutto quella dei "3 Monti", l'ultima prima della picchiata in discesa e pianura, con vento in poppa.
Arriviamo e, ai nostri finisseur Leo, Bianco e AleMonti, viene consegnato lo stemma da applicare sulla maglia di coloro che sono riusciti ad ottenere il "brevetto"; complimenti!
Io ho visto pregiudicata questa possibilità fin dalla prima prova di Faenza, dove il maltempo e malanni in famiglia, mi hanno costretto a dare forfait.
Nel complesso, il Circuito Romagnolo è risultato una bella manifestazione, con punte di eccellenza (Russi) e qualche debacle (oggi); inoltre facendone cinque, ci si accorge che alcune salite sono comuni a più prove ma, tutto sommato, ognuna ha le proprie caratteristiche.
Io, nel frattempo, sto testando anche il Circuito delle Valli Bolognesi (domenica 24 giugno farà l'ultima, la "GF Città di Medicina; chi viene?); posso già anticipare che è mia intenzione proporre la partecipazione anche a questo circuito nel 2013.
Ciao e buona strada a tutti.
Tab

mercoledì 6 giugno 2012

la mia prima volta sulla strada...

No, non fraintendete,stasera per la prima volta sono andata in strada da sola... no, detta così sembra persino peggio del titolo, sono uscita per strada da sola con la bici da corsa, ecco così forse rende. Partita da Casalecchio mi sono diretta verso Zola Predosa attraversando le bellissime vie interne da Via Felicina fino a Via Rigosa. L'intenzione era di percorrere queste ombrose vie pedalando senza traffico, in realtà dopo pochi km mi sono persa nella zona industriale fino a quando, dopo aver imboccato la terza strada senza uscita, mi sono avvicinata ad una signorina di colore abbigliata con una rete da pesca per chiedere come  tornare sulla strada Bazzanese, quella mi ha apostrofato con una proposta a prezzo scontatissimo, capito che non ero interessata alle sue grazie ho proseguito da sola e finalmente ho ritrovato il traffico della strada provinciale. Pedalando fino a Calderino ho avuto modo di ragionare e stillare una sorta di osservazioni che riporto di seguito:

  • La bici da corsa ti impegna non solo fisicamente, ma anche mentalmente, quando pedalavo dovevo essere concentrata sulla riga bianca, quella era il mio punto di riferimento, non dovevo stare ne troppo a destra ne a sinistra
  • ho notato che gli specchietti delle auto si sono rivelati terribili nemici, in particolare se la macchina è guidata, in ordine: da vecchietto con cappello (quello novanta su cento ti prende), donna di mezza età (bionda - moderatamente minacciosa), meno pericolosi sono gli uomini di età compresa tra i 35 e 55. 
  • ho schivato due macchine in sorpasso provenienti dal senso opposto che a tutta velocità mi puntavano e mi è sembrato di sentire: "ahi seu te pego!!"
  • pericolosi anche i motociclisti in curva che passandoti a tutta vicino ti depilano la parte sinistra della gamba.
  • quando esco con la bici da corsa mi pongo degli obiettivi da raggiungere, con la mtb mi basta raggiungere una salita non asfaltata e riempirmi del verde, degli alberi e sentieri e la musica nelle orecchie mi aiuta ad assaporare quella bellezza e quel senso di libertà nella natura, con bdc invece devo perseguire un traguardo, che sia una certa distanza, o un certo luogo, la musica mi distrarrebbe, inoltre il computerino sulla bdc lo gradisco molto in quanto mi aiuta e mi sprona a raggiungere proprio quegli obiettivi che mi sono fissata.
  • altri pericoli: cani con guinzagli retrattili; apertura imrpovvisa di portiere delle macchine parcheggiate, macchine che improvvisano improbabili retromarce o che escono da vie private senza vederti,
  • La rotatoria per me rappresenta ancora un buco nero,  è come un enorme arrosto che non so da quale parte attaccare, vedo una rotonda ed entro in confusione, mi disorienta, non so se affrontarla razionalmente seguendo il codice della strada, oppure buttarmi alla " e che Dio me la mandi buona"; i problemi del Ciclista iniziano nel momento in cui  ha impegnato la rotatotoria e dovrebbe fruire dello stesso diritto di precendenza alla pari di tutti gli altri veicoli a motore sino a quando esce ma purtroppo le cose vanno diversamente. Mi riservo ancora  qualche tempo prima di affrontarla con la giusta freddezza, per ora cerco di studiare percorsi che ne siano privi (sempre più difficili da trovare) a Bologna. - ho scoperto che esistono manuali su come affrontare una rotatoria ai quali prossimamente riserverò un post.
  • ho notato inoltre nell'incontro tra ciclisti da strada difficilmente ci si saluta anche con un cenno, tra biker il saluto viene spontaneo..
  • Man mano che pedalavo mi sembrava di iniziare a conoscere ed a apprezzare quella "strana" bici, che metro dopo metro mi dava la possibilità di apprezzare le sue qualità. Il manubrio ricurvo è concepito per offrire diverse possibili prese: le mani possono afferrarlo sulla parte alta, per pedalare in relax e godersi il paesaggio , o essere avanzate fino ad ad afferrare i corpi delle leve-freni, per riequilibrare la posizione quando la strada comincia a salire, o scese ad impugnare l'interno della piega, per avere una posizione più aerodinamica quando si raggiungono velocità elevate ed avere il miglior controllo sui freni, o anche posate sulle estremità in basso, quando si è molto stanchi... ahhh allora non sei proprio così rigida ed intransigente come sembri!
Circa un anno fa ho scritto un post in cui dichiaravo esplicitamente la mia preferenza per la MTb rispetto alla BDC, oggi scelgo di iniziare a conoscere anche questa bici, darle una possibilità o forse di chiederle di darla a me...

le osservazioni e riflessioni sopra sono assolutamente personali.

sta a voi aggiungere altri punti all'elenco.

Zia Simo

domenica 3 giugno 2012

TEMPI DURI....

Ricevo da Stefano e pubblico.

Oggi in piazza al consueto appuntamento delle due ci sono parecchie assenze. Chi è uscito la mattina, chi si tiene per la gara di domenica mattina, chi invece si risparmia per la pedalata in bici da strada del giorno dopo. Comunque gli appassionati di MTB rupestri sono sempre tanti e così ci si trova pronti alla partenza Stefano, Paolo Lions, Pietro il piccolo, Jacopo, Vito, Giuseppe, Santo e un altro che, non me ne voglia, ho dimenticato il nome. Si parte quindi alla volta della vecchia autostrada fino a Vado per poi salire, in quella che non ricordavo essere una salita così infernale, verso Campolungo. I primi pedalano come se nulla fosse mentre quelli rimasti indietro arrancano e ansimano dando la colpa al caldo afoso. Fortunatamente ci imbattiamo in un paio di signori che ci offrono un bel po’ di acqua fresca e cogliamo l’occasione per riprendere un po fiato. Si continua a salire sapendo che ci aspetta la salita più dura di tutto il comprensorio, ma sempre con grande entusiasmo, e consapevoli che poi sarà tutta discesa. I 250 m di cemento più ripidi e maledetti sotto al cimitero di Casaglia vengono affrontati con estrema voglia di riuscire nell’impresa, e per molti questa voglia rimarrà tale. Arrivati in cima si prosegue per Monte Sole dove si era deciso di scendere dal toboga del Sasso della Polenta. Arrivati però a Caprara alla fine della discesa di cemento Paolo Lions non si accorge che inizia lo sterrato pieno di ghiaia e ahimè la ruota davanti si impunta e cade rovinosamente senza nemmeno avere il tempo di rendersi conto dell’accaduto. Il gruppo si rende subito conto che il dolore è forte e che ci possono essere danni seri. Chiamato il 118 viene portato al maggiore dove gli viene diagnosticata la frattura del gomito. Nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza Paolo Lions, chiaramente sotto choc; continua, dispiaciuto, a chiedere scusa al gruppo per avere interrotto/rallentato il giro. Roba da non credere! Dopo esserci accertati che Paolo fosse in buone mani il gruppo riparte per il percorso precedentemente scelto e giù per il sasso della polenta fino ad arrivare a Pioppe dove si rientra lungo il fiume fino a Marzabotto. Sosta ristoratrice di acqua fresca e poi rientro a Sasso dalla porrettana.
Un augurio di pronta guarigione a Paolo Lions, e alla prossima uscita.
Ciao a tutti
Stefano
GARMIN