martedì 30 ottobre 2012

Gli ostinati della Tartufesta


In occasione della tartufesta: la piazza piena di bancarelle, il vociare confuso di turisti che mormorano, il tartufo che non si è fatto trovare in quantità e i pochi temerari rupestri che hanno saputo valutare correttamente le previsioni del tempo Io (Conte) Giorgio e Jacopo.
Si parte alla volta di un giro classico di Monte Mario noncuranti delle poche gocce che scendono timide dal cielo.
Giunti alla Sella Jacopo ci confida che la catena fa le bizze e gli continua a saltare, in men che non si dica Io e Giorgio individuiamo una maglia che sta per cedere e attrezzati dello smaglia catene decidiamo di togliere la maglia difettosa, operazione che richiede pochissimi minuti quasi un pit stop professionale.
Si riparte impavidi giungendo alla Commenda in un bosco pieno di animali che scorazzano felici e ci tagliano la strada per dimostrarci come si può salire sui dirupi anche saltellando.

Decidiamo di fare la strada di sotto per giungere fino al bivio di via delle orchiedee dove possiamo ammirare le nuvole sotto di noi che coprono le valli circostanti e un cielo incredibilmente terso. Dopo le foto di rito, a riprova di quanto dichiarato, proseguiamo per il Monte del Frate dove si effettua un classico riempimento di borraccia e si riparte per scendere dai Leoni in un sentiero perfetto anche se un po insidioso e sdrucciolevole.


Si scende verso i Prati di Mugnano dove il Conte perde aderenza con il terreno e si appoggia lievemente con una mano per rialzarsi e ripartire come fossimo in un rodeo. Si prosegue giù per lo scaletto e con il fondo è sempre più scivoloso la bici non ne vuole sapere di seguire la traettoria impostata dal biker ma prosegue per la sua strada come fosse dotata di anima propria. Ovviamente il rodeo continua e gli esperti biker riescono a tenere in piedi il proprio mezzo fino ad arrivare sulla strada e rientrare. Infangati ma asciutti dopo 25 km ci riteniamo soddisfatti dell’impresa compiuta.

Alla prossima avventura

Stefano

lunedì 22 ottobre 2012

20 ottobre: che GROUPON!! Bentornato Paolino


Ancora una giornata stupenda quella di oggi sabato 20 ottobre, si perche’ oltre al sole quasi estivo con 25°, in piazza alle 14 eravamo in tanti, ..sempre di piu’ insomma, ormai si perde il conto…ma proviamoci..: simona , sara e laura ( al 2013 probabile nuova iscritta, e che contribuisce cosi’a rimpinguire il team rosa), poi vito, stefano, ugo, giorgio , jacopo, piero, raptor, giuseppe, nino, pietro al dieval, cuppi padre e figlio, mattia e... dopo ben 4 mesi di forzato riposo dovuto ad una frattura al gomito, fra il tripudio del popolo, si ripresenta tirato a lucido.. paolino leoni !! .. bentornato fa noi dunque…e.quindi ancora altri 5 aggregati dei quali non ricordo il loro nome.
Manca purtroppo Tab, che comunque viene a salutarci in borghese in piazza, bloccato da una forma influenzale e Bianco che sembra aver abbandonato la mtb, ma che speriamo ancora di rivederlo in piazza uno di questi sabati.


Morale, se ai 12 bikers effettivi della RUPE, aggiungiamo gli altri 8 bikers coinvolti nella circostanza, in totale oggi in piazza si sono presentati in 20 e oltre. Potrebbe essere un record presenze!

Dopo baci e strette di mano varie al nostro biker ritrovato, si parte per un nuovo giro. Prima di partire Tab e’ venuto in piazza a salutarci, e farci una bella foto….e poi via!

Si parte con l’intenzione di raggiungere la croce di Monte Adone.. quindi si svolta per val di Setta e si prende la strada asfaltata classica che ci porta a M Mario, il gruppo e’ un po sfilacciato ma si ricompone al quadrivio. Svoltiamo a ds e continuamo a salire per lo sterrato, ‘ scansando’ l’archetto romano transennato, imboccando una variante piuttosto ripida ma breve, la quale ci consente di rientrare quasi subito nel classico sentiero. Continuamo a salire e dopo pochi minuti gingiamo alla commenda, con vista panoramica apprezzabile. Pausa. Si riparte, e dopo una serie di saliscendi con alcuni tratti molto tecnici , e ripidi, arriviamo allo spiazzo famoso del cinghiale, e qui facciamo una piccola pausa, cosa che Vito praticamente ignora, in quanto vuole portarsi ‘ avanti coi lavori’, cioe’ procedendo instancabilmente, per avvantaggiarsi nel confronti del gruppone… encomiabile da parte sua…!Scendiamo , svoltiamo a dx per i ‘paletti’, ed entriamo in via delle Orchidee .Dopo circa 3km giungiamo in fondo, sulla strada asfaltata. Da qui svoltiamo a dx e poi subito a sn per la strada bianca di v. delle valli, continuando a salire entrando su sentiero sterrato, verso m frate. Ci addentriamo nella fitta boscaglia dai colori autunnali, il gruppo si allunga un po’ ma si procede tutto sommato benone, paolino’ tiene botta’, e dopo uno strappo molto ripido si comincia a scendere, e giunti all’altezza del recinto dove alcuni somarelli ci osservano in maniera’ sospetta’, facciamo una pausa, dove parte del gruppo ne approfitta per riempire le borracce.

Si riparte, si scende ancora un po’, poi dopo circa 2 km il gruppo svolta su a ds,, per un single-track e da qui comincia la vertiginosa ma molto suggestiva salita per m. adone . Si sale( finche’ si puo’) in mtb, poi pero’ la salita diventa sempre piu’ angusta prima e decisamente ardua poi, tanto da essere costretti a proseguire con bici in spalla fino alla cima, dove c’e ‘ la famosa croce. Giunti in cima,nel giro qualche minuto il gruppo si ricompatta,e si prende un meritato riposo, godendosi un bellissimo panorama. Dopo un paio di foto si riparte, e il gruppo scende percorrendo a ritroso tutto il percorso fatto fin’ora, a parte una piccola variante; m.frate, v.delle valli, v orchidee ,fino a rientrare in m mario ripassando attraverso i paletti. Da qui vito preferisce scendere dal versante asfaltato, e il resto del gruppo, un po’ sfilacciato, invece continua scendere oltrepassando la casa del contadino, fino a giungere al parch p. dei prati di mugnano. Poi giu’ ancora attraversando il sempre insidioso toboga e giunti in fondo sulla strada, ecco che il gruppo si riunisce, e di li’ a poco raggiunge sasso m.

Per oggi bastera’ cosi’, il gruppo a questo punto ha gia’ percorso circa 28 km e con dislivello consistente. Un giro sempre bello e impegnativo e che soddisfa tutti, nuovi arrivati compresi,i quali pure loro si sono prodigati con impegno e passione… e in esemplare compagnia...al prossimo sabato, bikers..!

By Raptor



martedì 16 ottobre 2012

Da Sasso con furore

E così mentre alcuni di noi erano impegnati sul fronte romano a conquistare la Capitale, gli altri si sono incontrati regolarmente sabato in piazza alle due, e con non poca sorpresa abbiamo scoperto anche questa settimana che il gruppo era davvero numeroso: 16 biker!!


Sembra che il passa parola e l'entusiasmo sia circolato in zona e così ogni sabato accogliamo nelle nostre fila nuovi "ragazzi", riuscendo ogni volta a partire con un gruppo sempre più consistente... tra un po' dovranno asfaltare i sentieri, non ci passiamo più!!
Erano presenti oltre alle quote rosa al completo, anche i nostri pulcini (anche se considerando la tenacia sarebbe meglio parlare di aquile) e cioè Pietro, Jacopo e Cuppino.
Il percorso doveva essere scelto dal Diavolo, che indebolito da una cura di antibiotico prometteva un giro leggero, "perchè lui, ahimè,  non ce l'avrebbe fatta...", invece siamo risaliti per il Piccolo Paradiso Sasso,  Cimitero di San Silvestro, Collina, Collinaccia, Nuvoleto, Crinale di Monte Sole, San Martino, Ca Le Scope, Sasso della Polenta, Pioppe e poi il lungofiume fino a Marzabotto.

Percorso abbastanza impegnativo ma rallegrato dai richiami di Raptor a cui risponde, ormai nella stessa lingua Simo.
Coloro che sono partiti e tornati a Sasso hanno percorso circa 30 km, bel giro e compagnia numerosa e divertentissima.

ps. Biosolvon, (leggi il Diavolo) ha tenuto testa a tutti, tanto per cambiare, mi sto informando su quale antibiotico prenda per farmelo ordinare...

Simo








lunedì 15 ottobre 2012

ROMA CAPUT MUNDI....


Eccoci a raccontare del week end trascorso a Roma; l'occasione era la partecipazione alla prima GF ciclistica della Capitale, ma ciò ha offerto a chi ha partecipato insieme alle famiglie, l'opportunità di trascorrere in ottima compagnia questi due giorni.
Aderiscono all'iniziativa Piero, Massimo, Gardo ed io; visto che i primi tre sono tutti proprietari di camper, decido di non fare l'associale e mi doto di un mezzo adeguato.
Raggiungiamo Roma venerdì sera, partendo alla spicciolata; prima Piero, poi Massimo ed infine io e Gardo.
Sistemato il mezzo nella piazzola dell'area attrezzata che avevamo scelto, oltre a salutarci, non resta molto tempo per fare di più che andare a nanna.
Sabato mattina, visto che le previsioni sono abbastanza allarmanti, ci armiamo di ombrelli e mantelle antipioggia e ci dirigiamo verso il centro di Roma, per ammirarne le antiche bellezze; avevamo preventivamente deciso di adottare il bus scoperto per condensare in poco tempo la visione dei luoghi di maggior interesse, sperando che la pioggia ci potesse graziare.
Arrivati alla stazione Termini, dopo una estenuante trattativa con un "promoter", optiamo per la soluzione che ci sembra la migliore per noi; alle 11:30 siamo sul bus, qualcuno riesce a trovare posto sopra, altri devono rimediare nella zona coperta; dopo la fermata del Colosseo però, qualche turista scende ed ecco che troviamo posto tutti al piano superiore.
Ammiriamo le bellezze che via via ci scorrono davanti agli occhi fino a quando decidiamo, dopo un'ora, di scendere alla fermata di Piazza di Spagna; come sempre, un sacco di turisti nonostante il cielo iniziasse a farsi minaccioso.
Da li raggiungiamo la Fontana di Trevi, ma nel frattempo la pioggia aveva fatto la sua comparsa; bardati alla meno peggio, conteniamo i danni e, camminando, raggiungiamo nuovamente la stazione Termini, dove fortunatamente la pioggia ci da una tregua.
Riprendiamo di nuovo il bus scoperto per avvicinarci alle Terme di Caracalla, zona adibita al ritiro dei pacchi gara; espletate le pratiche di rito, raggiungiamo la stazione metro più vicina per l'inizio del ritorno alla base.

Preparazione delle bici, sistemazione delle divise (abbiamo ricevuto tutti una maglia che l'organizzazione ci prega di portare il giorno della gara) ed infine, cena adeguata allo sforzo del giorno dopo (per quel che mi riguarda, due etti di gramigna alla salsiccia....).
Domenica sveglia alle 7:00, il rito della vestizione, colazione e 40 minuti dopo,  eccoci pronti per raggiungere la partenza, che dista 6 chilometri dalla nostra base.
Arriviamo in griglia alle 8:00; attendiamo pazientemente le 9:00, ora in cui prenderà il via questa prima edizione della GF Roma; si scambiano quattro chiacchiere con qualche romano, che ci spiega un po' i trucchi per arrivare sani e salvi alla fine ed i tempo intanto passa.

Tra di noi ci confermiamo le nostre intenzioni di fare il percorso corto (95 km), anche se Gardo nutre da tempo l'idea di tagliare il tracciato e far ritorno a Roma senza completare il giro.

Finalmente ci viene dato il via; tra lo sparo dello starter ed il nostro primo passo, trascorrono 5 minuti, ma siamo più di 5000  e ci può stare.

Ci fanno percorrere ad andatura controllata le vie che ci portano a toccare il Circo Massimo, l'Altare della Patria, il Colosseo ed i Fori Imperiali ma poi, stranamente, ci riportano dove eravamo partiti, percorrendo le griglie in senso opposto.
Da qui subito si è capito che eravamo in troppi per le vie di Roma; infatti, al primo incrocio, all'imbocco dell'Appia antica, eccoci fermi ad un semaforo; l'Appia era completamente piena e noi non avremmo trovato spazio per infilarci senza invadere l'incrocio.
Ecco che allora i vigili decidono di fare passare le auto che attendevano già da un po'; purtroppo, il problema della convivenza tra i granfondisti e gli automobilisti, sarà una delle note dolenti di questa organizzazione.
Imbocchiamo l'Appia antica, un budello stretto con il fondo in sanpietrini; ringraziamo il cielo per non aver fatto piovere, altrimenti i sanpietrini bagnati avrebbero provocato una strage...
Arriviamo finalmente su asfalto ed ecco che la situazione si normalizza; percorriamo le strade che ci porteranno, in leggera salita, prima a Frascati, poi a Monte Porzio Catone ed infine a Montecompatri, dove i geniacci dell'organizzazione sistemano il primo ristoro in una strettoia, in centro del paese, con le ovvie conseguenze che questa sciagurata scelta può provocare.
Mi fermo per uno spuntino e riparto, il tutto con una certa difficoltà; dopo una breve discesa (leggermente bagnata e piena di ricci di castagne), eccoci pronti per la seconda salita, quella di Rocca Priora.
Salita di 5 chilometri con almeno 4 di essi al di sopra del 10%; si arranca con l'ultimo rapporto disponibile, qualcuno scende dalla bici e va su a piedi.
Io trovo il mio ritmo (8 km/h) e finalmente raggiungo la vetta; da li la discesa che tutti avevano annunciato pericolosa (il romano alla partenza ci dice: "li mortacci, ce trovi certe tane...") ma, in realtà, era stata appena asfaltata ed è risultata perfetta.
Raggiunta la pianura ecco che si iniziano a vedere le auto incolonnate; tanti prima di me erano i ciclisti passati ma qualcuno c'era ancora anche dietro ed allora è facile credere che questi poveri automobilisti si saranno fatti almeno 30 minuti fermi ad aspettare un branco di pecoroni in bici.
Molti di loro, spazientiti, si sono attaccati al clacson; qualcuno ci ha anche riempiti di improperi non riportabili ma i loro strali dovevano lanciarli alla pessima organizzazione, non a noi poveri ciclisti.
Continuo percorrendo un lungo falsopiano in salita, dove ho fortunatamente trovato un gruppo che mi permetteva di andare al 99% delle mie possibilità.
Arriviamo al secondo ristoro ed è anche peggio del primo; buttato in un tratto dove il traffico veicolare era intenso, in prossimità di un incrocio ed i gazebo erano a filo con il margine della strada; provate ad immaginare cosa non era quell'ammasso di ciclisti, bici e auto... ma quelli che hanno deciso di posizionare il ristoro in quel punto, hanno mai visto i ristori di altre gare?
Senza scomodare la MDD, basta dare un occhiata a come fanno quelli del Circuito Romagnolo; trovano uno spiazzo lontano dal manto stradale e li si mettono.
Chi si ferma non intralcia gli altri ciclisti che vogliono proseguire e non si intralcia il traffico veicolare!
Vabbè ormai è andata; riparto e ora mi accorgo che il traffico nel tuo senso di marcia è particolarmente intenso, peggio di quando esci alla domenica per conto tuo.
Spesso ti tocca frenare per non tamponare l'auto davanti a te ma che non intende lasciarti passare; le strade adesso sono dei lunghi drittoni in discesa, che ti permettono di superare i 70 km/h.
Ti butti pregando che tutti quelli presenti sulla strada facciano le cose come si deve....
Troviamo ancora parecchie auto ferme sia in un senso che nell'altro; i nomi che prendiamo lo sappiamo solo noi, i clacson a tutta, sembra un mega matrimonio...
Finita la discesa arriviamo nei pressi di Ciampino; qui la strada diventa un mangiaebevi che mette a dura prova le mie gambe che, a questo punto della stagione, non sono allenate a questi sforzi, soprattutto dopo un'ottantina di chilometri.
Arriviamo a congiungerci nuovamente con il tratto percorso all'inizio, compreso l'Appia antica con i sanpietrini (ancora asciutti, fortunatamente); al ritorno la velocità è decisamente più alta e l'effetto vibrante è intensissimo e ti viene da chiederti come possano fare quelli che fanno la Parigi-Roubaix a fare quasi 200 chilometri con quel fondo...
A tre chilometri dall'arrivo, sento una voce che mi chiama; mi giro e vedo Massimo che, partito con l'idea di stare quanto più possibile vicino a Piero, si vede costretto a rinunciare a causa di una foratura particolarmente ostica da sistemare.
Chiacchieriamo un po' e, in vista dell'ultimo chilometro, Massimo decide di dare una svaporata per raggiungere il traguardo quanto prima; arriveremo distanziati di 20 secondi, anche se il Real time, mi da in vantaggio su di lui di quasi 5 minuti.... miracoli dell'informatica?  ;-)
Piero invece era già arrivato da 50 minuti, confermandosi in splendida forma (ma a stagione praticamente finita...); Gardo, come preannunciato,  a Frascati ha tagliato ed è ritornato verso Roma, facendosi comunque una cinquantina di chilometri.
Sentito al telefono, ci informa di essere ai camper e di aver già fatto la doccia; con Piero invece non possiamo comunicare perché la nostra "punta di diamante" ritiene superfluo portarsi dietro 100 grammi ad appesantire il suo corredo.
Sfruttiamo il pasta party, pur non apprezzando il fatto che la pasta fosse quasi fredda e ci accingiamo ad imboccare al via del ritorno; dopo poche centinaia di metri, ecco che magicamente ci raggiunge Piero ed insieme torniamo alla base.
Lui felice per l'ottima prestazione e per aver percorso gli ultimi metri insieme al campione paraolimpico Alex Zanardi; io felice per aver portato a casa la pellaccia, viste le premesse circa il fondo stradale ed il traffico trovato.
Massimo un po' abbacchiato per aver dovuto rinunciare ad ottenere un risultato che era alla sua portata, a causa di una foratura.
Raggiungiamo i camper ma il resto delle nostre famiglie è ancora in centro a bearsi delle bellezze di Roma; noi "ciclisti" ci sistemiamo, prepariamo i mezzi per la partenza e, non appena rientrano mogli e figli, ecco che via via partiamo.
Io per primo, per raggiungere prima casa e sistemare il camper per la riconsegna al noleggiatore; salutiamo gli altri e ci avviamo.
Dopo una sveglia alle 6:50, quasi 100 chilometri di gara, ora mi tocca il pezzo più duro: 5 ore di guida con sto palazzo ambulante da governare.... sono stato messo a dura prova me ce l'ho fatta.
Stasera posterò qualche foto, intanto inserisco le nostre prestazioni individuali ricavate dalla classifica scaricata da SDAM:

PETTOR
COGNOME
NOME
Anno
TEAM
NAZIONALITA
CAT
POS CAT
Tempo
Reale
Media
439
4739
SANDRI
PIERO
1972
MTB LA RUPE
ITA
M3
70
02:49:44
02:39:28
33,03
2213
4740
TOVOLI
MASSIMO
1964
MTB LA RUPE
ITA
M4
529
03:39:07
03:28:04
25,32
2215
4738
STANZANI
ROBERTO
1963
MTB LA RUPE
ITA
M4
502
03:39:27
03:23:11
25,92
DSQ
4741
GARDINI
DANIELE
1966
MTB LA RUPE
ITA
M4
0
02:36:01
02:19:46
37,69

Gardo è in classifica ma sotto esame della commissione disciplinare....;-) da notare che, nonostante abbia fatto la metà dei chilometri, è riuscito a giungere all'arrivo con un ritardo di 16 minuti rispetto al vincitore della gara....
Il mio commento finale è: pessima organizzazione gara, io non ci torno di certo; ad una prima edizione non prendi 5500 iscritti senza sapere che impatto possono avere con il traffico di Roma!
Ne fai 2000 e poi prendi le misure; se ti viene bene, l'anno dopo porti il numero a 3000 e così via.
Dilettanti!
E pensare che ci ha messo la faccia anche la Campagnolo....
Il weekend in generale è stato invece molto piacevole, trascorso in compagnia delle varie famiglie e avvolti  dall'atmosfera che Roma, nonostante tutto, può regalarti.
Alla prossima e buona strada a tutti.
Tab

lunedì 8 ottobre 2012

ONE HUNDRED AND MORE....

Sembra essere diventata una consuetudine la pedalata autunnale che da un paio di anni ci porta fino a Cesenatico, tant'è che, dal prossimo anno, sarà bissata dall'edizione primaverile (con meta finale probabilmente diversa).
Questa volta, contrariamente allo scorso anno, troviamo una condizione meteo più che favorevole, condita da sole e tiepida brezza ad accompagnarci fino al mare.
Il buon Leo si fa carico della logistica e, oltre ad occuparsi delle "iscrizioni", ci mette a disposizione il mezzo che ci riporterà a casa; questo furgone di appoggio servirà anche come "scialuppa di salvataggio" per eventuali naufraghi.... e naufraghi ce ne sono stati!
Contrariamente a quanto sperato, tra un impegno ed un "pacco", siamo in pochi ad aderire a questa iniziativa: lo scrivente, Leo, Sara, Gardo, Stefano "the Earl" e, udite udite, Simona!
Si, proprio lei, che decide di misurarsi su una distanza di gran lunga superiore a quelle a cui è abituata ma la conosciamo e sappiamo che non mollerà... e non mollerà!
Alle 7:00 puntuale come un treno tedesco, Stefano parte da Sasso, scortato da Leo in furgone; Leo che è costretto a cambiare programma a causa del bell'addormentato Gardo, il quale, preso dal panico per la mancata sveglia, istericamente chiama tutti noi e ci prega di non aspettarlo... ma Leo non vuole sentire ragioni e lo preleva direttamente a casa, trovandolo in pigiama ma con le scarpe da bici ai piedi ed il casco in testa...
Gli accordi sono che ci ritroveremo a San Lazzaro.
Intanto Il Conte raggiunge me Sara a Pontecchio ed insieme andiamo a congiungerci a Simona, che ci aspetta a Casalecchio.
Facendo a gara con gli autobus in via Saragozza, percorriamo i viali, via Mazzini, Due Madonne fino a raggiungere quella che è considerata la partenza degli Stradelli Guelfi: la Croce del Biacco.

Stefano, da profano del percorso alternativo più figo della regione, propone per l'ennesima volta di fare la via Emilia ma non viene ascoltato e quindi imbocchiamo gli Stradelli per congiungerci a Leo e Gardo che ci aspettano sul furgone qualche centinaio di metri più avanti.
Avvenuto il ricongiungimento, ecco che il plotoncino si ingrossa della presenza del Gardo che si presenta vestito come Raptor, nonostante la temperatura piacevole; ci dirà che non sta bene, soffre di un fastidioso mal di gola che ne pregiudica le prestazioni (ciclistiche e non...).
Ripartiamo previo l'accordo di ricongiungerci a Mordano, dopo poco più di 30 km; Leo è reduce da una lotta contro un'infezione che lo ha costretto ad imbottirsi di farmaci ed i patti tra Leo e Gardo sono quelli di fare una staffetta che prevede due turni da 35 km per Gardo ed uno da 30 km per Leo.
Aggiustiamo la pedalata per garantirci di arrivare tutti in bici fino al mare; io non sarò un gran ciclista ma per quel che riguarda la ricerca dell'andatura ottimale non ho nulla da imparare da nessuno e impongo che l'andatura rimanga tra i 27 ed i 29 orari.
E così ci manteniamo fino a Mordano; il gruppo ristretto ci impone di marciare in fila indiana, prediligendo il risparmio di energie alle chiacchiere, che saranno ridotte al minimo.
Arrivati a Mordano, davanti al bar che avevamo già battezzato essere quello dove avremmo fatto colazione, ci accoglie un "simpatico" signore che ci chiede da dove veniamo e, soprattutto, dove siamo diretti.




Appena conosciuta la meta, mi guarda un po' e poi ci chiede se sul furgone con noi ci fosse anche un dottore, perchè, secondo lui, con la mia "pancetta", non sarei stato in grado di arrivare al mare senza l'intervento di un medico....
Lo assecondo, anche se dentro di me contraccambio i "complimenti"; entriamo nel bar e vediamo che ha cambiato gestione in favore di una famiglia cinese...
Come da consuetudine, la persona che ha causato il ritardo è quella che deve poi accollarsi il conto; quest'anno è toccato al Gardo.
Rispettando gli accordi, Gardo e Leo si danno il cambio alla guida del furgone; diamo la direttiva a Gardo di fermarsi dopo 30, al massimo 35 chilometri, per ridare il cambio a Leo.
Partiamo da Mordano con l'ennesima raccomandazione fatta all'autista; qualcuno esterna qualche dubbio circa la possibilità che Gardo abbia capito ma i più sono fiduciosi che tra 30 chilometri lo vedremo fermo ad attenderci.
La pedalata prosegue mantenendo il ritmo da me imposto e, non appena qualcuno tenta di superarlo, l'ormai collaudato grido "SAVE THE LEG" lo riporta ad andatura ottimale.
La nostra quota rosa si piazza in coda e, a parte un cambio di Sara durante il quale, tagliando la strada al Conte, quasi non lo fa scartavetrare sull'asfalto, per il resto il compito di tirare è sulle spalle mie e di Stefano.
Leo, giustificato dal suo stato di convalescente, sarebbe esentato dal servizio ma un paio di cambi ce li da; pedalando pedalando, arriviamo ad accumulare quei chilometri che ci avrebbero dovuto far incontrare Gardo.
Al primo paese dove pensiamo di vederlo fermo, nulla; "Vabbè dai, vedrai che lo becchiamo al prossimo".
Proseguiamo ed anche al paese successivo Gardo non si vede; i chilometri del turno di Leo intanto hanno superato i 40 e Leo comincia a vedere la lancetta del carburante verso la zona rossa.
Quelli che dubitavano dell'affidabilità di Gardo ora sono tristemente accontentati... ;-)
Si prosegue ancora sperando di vederlo al paese successivo ma, delusi dalla mancata visione, si decide di telefonargli; d:"dove sei?" r: "boh!! ma perchè non mi lasciate dormire?"d: "ma come dormire? non dovevi fermarti dopo 30 chilometri?" r: "si, mi sono già fermato, sono alle Saline".
Le Saline sono a 5 km dal mare e noi eravamo ancora a più 30 km, con Leo che vedeva già accendersi la spia della riserva.
Gli dico di tornare indietro perchè Leo dice che è al gancio e ci aspettiamo di incrociarlo prima del bivio che ci porta a Pisignano.
Arrivati al bivio ma di Gardo nessuna traccia; decidiamo di proseguire e lo chiamiamo ancora.
A quel punto, con il grattacielo di Cesenatico in vista, decidiamo che possiamo incontrarci direttamente al parcheggio stabilito.
Manca ancora un po' di strada ma il più dovrebbe essere fatto; Leo, ringalluzzito dalla vista del grattacielo, si butta in un inseguimento "a tutta" (32 km/h...) e si attacca alla ruota di due ultrasettantenni.
Gli altri lo lasciano sfogare e scortano Simona, che, nel frattempo, aveva scandito, di 5 in 5, tutti i chilometri percorsi; non ci è dato sapere ma certamente al superamento del centesimo chilometro, un certo "immagonimento" lo avrà avuto.
Tutti noi che andiamo in bici (non ho detto ciclisti...) abbiamo avuto momenti di forte emozione quando abbiamo raggiunto traguardi che ritenevamo difficili da raggiungere; ricordo ancora le lacrime che mi sono scese quando ho superato il traguardo della mia prima Maratona delle Dolomiti...
Arriviamo al parcheggio e figurati se c'è Gardo; d: "dove cavolo sei" r: "sono a Dozzina, arrivo in un attimo..."
Traduciamo: Dozzina era in realtà Zadina ma la pronuncia addormentata di Gardo, unita alla sordità di Simona, hanno prodotto questa nuova località...
Aspettiamo ancora 10 minuti ed ecco finalmente che arriva, con la sua solita indifferenza a qualsiasi tipo di offesa possa ricevere (e ne ha ricevute parecchie....).
Ci cambiamo all'aperto (io mi imbosco su un peschereccio...) e, tutti vestiti per la festa, siamo pronti per affrontare la parte più difficile della trasferta: il pranzo.
Occorre però aspettare la Stefy, moglie di Gardo, la quale, per osmosi, ha ereditato un po' di "ritardite" del marito e si presenta anch'essa con qualche minuto di ritardo.
Al ristorante si instaura una gara, fatta di scatti e contro scatti, tra me e il Conte, il quale deve sopperire all'ultimo chilometro ma guadagnandosi comunque la stima di Leo per quel che riguarda la grande "resistenza allo sforzo" dimostrata a tavola.
Il conto conferma il buon rapporto quantità-prezzo del ristorante; ci avviamo verso la spiaggia per un ultimo assaggio di mare.
Grazie a Gardo, Stefano riesce a mettere i piedi a bagno (con le scarpe però...); mezzoretta al sole e poi decidiamo di tornare verso casa, non prima di aver colmato l'ultimo spazio dello stomaco con un gelato.
Durante il viaggio di ritorno, i passeggeri del furgone seduti dietro, si abbandonano tra le braccia di Morfeo, mentre Leo guida ed io lo tengo sveglio.
Bella giornata, come sempre quando siamo in compagnia accumunati dalla voglia di pedalare e di premiarci con un bel pranzo.
Un grazie a Leo per il servizio offerto e per aver pedalato al posto del Gardo.
La prossima domenica io, Gardo, Massimo e Piero, saremo impegnati nella GF di Roma; sarà molto più dura ma avremo modo di bearci delle bellezze che Roma saprà offrirci.
Alla prossima e buona strada a tutti.
Tab.