mercoledì 16 giugno 2010

mountain bike: un modo di essere

Stasera mi dovrete scusare se approfitto del blog per elucubrazioni personali, ricominciamo: stasera dopo il lavoro, dopo aver fatto 1 ora di fila in posta per pagare i bollettini, aver pagato una rata al dentista dell'apparecchio di mio figlio,  e portato fuori il cane, finalmente ero a casa, mi sono cambiata e fiondata in garage a prendere la mia bici, finalmente era arrivato il MIO momento di libertà: io, la bici e i sentieri di sassi e un po' di buona musica nelle orecchie. Ecco sto per partire quando, come un temporale improvviso, arriva dal lavoro il mio vicino di casa, ciclista da strada incallito Mauro, che appena mi vede, mi dice di aspettare 10 minuti che si va a cambiare e andiamo fuori insieme. Quando arriva capisco subito che c'è qualcosa che non torna: lui troppo magro, ed io sensibilmente robusta, pure la mia bici rispetto alla sua bicicletta striminzita da corsa, tira indietro la pancia.
Il percorso, deciso da Mauro, che deve essere a casa entro le 19 e 30 ( e sono già le 18) è Rioveggio e ritorno. -58km-
Continua a cantilenare, mentre arranco su per la Porrettana con il vento in faccia, che devo rimanergli a ruota, inutili le mie rimostranze, non ce la faccio a tenere una velocita di 25-30 km\h, e non è questione psicologica come sostiene MAuro, il mio è un problema fisico, accidenti!!  non per nulla i miei cari compagni mi chiamano "cinghiale" e non "lepre",  ringrazio ancora una volta Sara per avermi illuminato sul blocco della forcella, ma giuro che in questi primi km se avessi la forza di tenere un badile nella mia mano destra glielo tirerei nella schiena..Arriviamo a SAsso e qui i miei sogni si realizzano, lo riesco a convicere che riuscirà ad essere a casa solo se prosegue a ruota di qualcun altro, che non sono io, così io proseguo direzione Rioveggio, appena ritorna indetro , mi accodo. Pedalo finalmente con il mio ritmo, arrivo fino alla Gardelletta e decido di tornare indietro, mi raggiunge subito il malefico MAuro, il quale sostiene che essendo adesso tutto in discesa, dovrei stargli dietro a 30 km\h... probabilmente si accorge che lo sto mandando elegantemente a f.....ulo, così si decide di partire direzione CAsalecchio per i fatti suoi. Nel rientro, mi sorpassa il Bianco con un gruppo di ciclisti da strada che manco mi riconosce e così tutto nella mia mente diventa limpido e chiaro.
Bicicletta da strada e Mountain bike non sono solo 2 bici meccanicamente diverse, sono, due modi di pensare, due filosofie, due modi di essere antitetici: la mountain è ottimismo e positività,un'apertura al mondo esterno che è visibile a partire dal manubrio che non ha le "orecchie" basse girate su se stessa come quella da corsa, e poi i miei fantastici amici mi hanno insegnato che il primo comandamento del gruppo è: "si parte in 2 e si torna in 2", io stasera sono tornata (felicemente) da sola, in bike ognuno segue il ritmo del proprio cuore, non quello di chi gli sta davanti, i paesaggi che attraverso con i miei compagni sono meravigliosi, non strisce grige di asfalto e poi cosa importante si sta in gruppo e non uno dietro l'altro, c'è la possibilità di 2 chiacchere sempre, con la bici da strada sei sola con la ruota di chi sta davanti come compagna...... e poi diciamoci la verità sono troppo magri.. che tristezza!!
Anche Bianco quando mi è sfrecciato davanti con un gruppo di stradisti, senza manco girarsi per un saluto, mi è sembrato troppo concentrato su se stesso, quasi triste, ben lontano da quel personaggio, gioioso, che regala consigli e sorrisi il sabato. Ma vi immaginate il nostro Lampredotto su una bici da strada.. assolutamente impensabile!
Assolutamente Mountain Bike.
Questi sono pensieri assolutamente personali che derivano da troppi km fatti oggi, troppo in fretta, troppo asfalto e poco verde.. quindi scusatemi.
Simona


4 commenti:

  1. Effettivamente le tue parole fanno riflettere...sono consiederazioni che non ero mai arrivato a fare ma che mi rendo conto essere molto centrate.
    Io, comunque, per non saper ne leggere, ne scrivere, tengo in stand by entrambe le bici, così non rischio un conflitto interiore che mi stravolgerebbe ;-).
    Tab.

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  2. Ma dove ti ho sorpassato? Se non ti ho riconosciuta non sarà forse che avevi una divisa anonima? Mentre io con la mia della Rupe ero riconoscibile anche da lontano?
    Comunque quello che dici è vero solo per alcuni, io ero fuori con un gruppetto di Borgonuovo e quando uno si è staccato lo abbiamo aspettato e accorciato il giro proprio perchè eravamo usciti in 5 e si rientra in 5. Poi è divertente anche tirare ai 40 dandosi i cambi e magari fare la volata ad ogni cartello di paese.
    Secondo me sono due facce del ciclismo e sono belle entrambe.Poi dipende sempre con quale compagnia si esce.
    Ciao, Bianco.
    P.S. e poi non è vero che sono troppo magro....

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  3. Come sempre hai ragione, a mente fredda, condivido quello che dici: è la compagnia che conta! quindi unpo', in parte mi ricredo, su una cosa però no: "sei tropppo magro". Simo

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  4. Su almeno una cosa la Simo ha ragione: MTB e bdc sono non solo due mezzi diversi ma due filosofie di pensiero diverse! Poi c'è anche chi fa entrambe le cose: ma di sicuro un biker anche quando esce in bdc rimane sempre un biker (saluta tutti, aspetta i compagni, fa le volate per divertimento e non per imporsi...)!!!
    Brava Simo, la tua riflessione mi ha illuminato!
    Sergio

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