domenica 13 maggio 2012

SASSO - VIAREGGIO - SASSO

Nonostante le rinuncie dell'ultima ora ed un meteo domenicale avverso, riusciamo a trovarci in 5 per affrontare quella che è e resterà l'impresa dell'anno: Sara, Leo, Luca, Gardo ed io, venerdì sera decidiamo di entrare nella leggenda e, nonostante la certezza di trovare la pioggia alla domenica e di doverci caricare gli zaini in spalla, ci diamo appuntamento per il sabato mattina per la SASSO - VIAREGGIO - SASSO!

Se da una parte ci è dispiaciuto il non aver condiviso con altri la nostra avventura, dall'altra, sapendo che sarebbe stata comunque un'impresa che ci avrebbe coperto di gloria, egoisticamente, siamo stati anche contenti di essere così in pochi a dividerci gli onori.
Partiamo zaino in spalla da Sasso alle 7:40, dopo aver salutato i ragazzi della MTB La Rupe che, fedeli alla mountain bike, avevano deciso di affrontare l'escursione di Castel Raniero; partiamo e impongo la regola di fare cambi regolari, da un chilometro ognuno ma, dopo il mio primo turno, la ignoriamo e procediamo con cambi alla "faccio un po' come me pare".
Già sullo strappo prima della Lama, lancio quello che diventerà il tormentone fino a Viareggio: SAVE THE LEG! Se non lo avessi fatto, l'incoscienza di Gardo lo avrebbe spinto a bruciare subito le energie e sarebbe saltato tutto; anche Luca ha una pedalata esuberante ma l'età ed il fisico glielo permetterebbero. Diligentemente però, asseconda le nostre caratteristiche e morde il freno fino a destinazione.
Le mie sensazioni iniziali non sono state delle migliori e, già da Marzabotto, mi assale il dubbio di non farcela; mantenendo una media leggermente più alta di quella che avevo previsto nella mia tabella virtuale, raggiungiamo Ponte della Venturina, dove decidiamo di fermarci per rifocillarci un po' prima della salita.
Crescenta, raviole, banane costituiranno il carburante per i prossimi 50 chilometri; dopo il caffettino e le "bombe" degli avventori del bar (uno pretendeva che raggiungessimo Viareggio in 2 ore....eravamo a 100 km dalla meta....ma forse aveva già buttato giù un po' di cognacchini...).
Iniziamo la salita che ci porterà a San Marcello Pistoiese; io la conoscevo già, avendola fatta per fare il giro dei Tre Monti (Abetone, Cimone e Corno), solo che la affrontavo partendo da Silla e non dopo 50 km di pedalata.
Infatti la sento subito più dura di come la ricordavo ed allora soffro un po' all'inizio; fortunatamente, dopo il primo strappo, la pendenza sarà più pedalabile ed arriviamo tranquillamente fino a Ponte Petri.
Qui inizia la salita del passo dell'Oppio, quello che sarà la nostra cima Coppi; la parte dura arriva superato il paese di Campo Tizzoro e da lì si va su ognuno del suo passo.
Luca ed un brillante Leo, si avvantaggiano un po', mentre Sara, Gardo ed io adeguiamo la pedalata alla nostra gamba; ad una fontana Gardo e Sara si fermano ma io, avendola già superata e sapendo che il passo era vicino, decido di proseguire.
Una curva dopo, mi alzo sui pedali e, appena spingo sul destro, questo mi cede improvvisamente ed in un attimo mi trovo a terra, convinto che la cosa mi fosse accaduta perchè mi si era sganciato il pedale.
Invece, non appena riprendo lucidità e raggiungo il ciglio della strada (ero finito in mezzo alla carreggiata, per fortuna non sopraggiungeva nessuno...), mi accorgo di aver rotto il perno del pedale!!!

Valutato che non c'era nulla da fare, decido di proseguire a piedi fino al passo, sapendo che avremmo raggiunto San Marcello Pistoiese con una bella discesa; arrivati al passo, Leo e Luca mi dicono di aver visto un "biciaio" a Campo a Tizzoro, 4 km indietro, all'inizio della salita ma il pensiero di rifare la salita appena fatta, mi ha spinto a dire di proseguire, sicuro che a San Marcello avremmo certamente trovato un meccanico da bici....che errore!!!
Infatti, chiediamo a destra e a manca ma di biciai neanche l'ombra; visto che si sarebbe aggiunta anche un'altra salita, l'idea di tornare indietro viene ancora da me respinta.
"Proseguiamo, vedrete che qualcosa troviamo!" Che errore....
Avanti quindi ed al bivio della Lima, proseguiamo verso Bagni di Lucca (21 km); c'è anche della salita da fare ma vedo che, appoggiando lo scarpino sul moncone del perno, riesco comunque a dare un po' di spinta e quindi si può fare.
Visto che era già mezzogiorno, per non rischiare di trovare il meccanico ma chiuso, Luca e Leo si buttano in picchiata per raggiungere Bagni di Lucca prima delle 12:30; a parte qualche piccolo strappo, in realtà la strada si presenta come un lunghissimo falsopiano in discesa e alle 12:25 riesco ad essere a Bagni anch'io.
Trovo Leo e Luca intenti a chiedere informazioni in un bar; putroppo, nemmeno a Bagni c'è un biciao e tocca arrivare fino al Ponte del Diavolo, 8 km più avanti.
Sperando che chiuda alle 13, facciamo anche questo ultimo sforzo (io sempre "spedalando"; alla fine mi sarò fatto 40 km in queste condizioni); alle 13 siamo davanti al negozio ma la serranda è abbassata....sconforto.
Poi però un ragazzo in mtb ci dice che sta aspettando il meccanico per la loro uscita del sabato pomeriggio e che presto sarebbe arrivato; infatti, dopo 10 minuti eccolo che arriva e, visto il mio guasto, non ci pensa un attimo e mi accoglie all'interno del suo piccolo ma fornito negozio.
Valuta che, per non farmi cambiare le tacchette, potrebbe andare bene un paio di pedali usati che aveva; in 10 minuti mi monta i pedali e mi sistema le tacchette con professionalità.
E in più, visto l'intervento di urgenza, il conto risulta molto onesto ed io unisco la felicità di essere di nuovo dotato di un mezzo integro a quella di aver incontrato una persona davvero disponibile ed onesta.

Per questo mi sento di segnalare con entusiasmo questo negozio: "SPECIAL BIKE" a Borgo a Mozzano; se vi trovate da queste parti e siete in difficoltà, sappiate che lui abita di fronte e trovate il numero di cellulare vicino all'entrata.
Potete chiamarlo per interventi urgenti tipo il mio; meccanico CONSIGLIATISSIMO!
E' ora di pranzo e, dopo essere tornati indietro per fotografare il Ponte della Maddalena, detto "del Diavolo",

ci fermiamo al ristorante che avevamo addocchiato prima della sosta meccanica.
Decidiamo di stare leggeri e prendere solo un primo perchè mancano ancora una cinquantina di chilometri alla meta ed è meglio non esagerare.
Si riparte e, fortunatamente, continua il leggero falsopiano a scendere che ci porterà fino a Lucca; nel frattempo però si intensifica il vento contro che avevamo avuto fin da Sasso e, nei tratti di pianura intorno a Lucca, dobbiamo rimetterci in fila indiana per cercare di lavorare meglio.
Inoltre, il termometro segna 32° e iniziamo a vederci abbastanza cotti dal sole, con zone particolarmente arrossate sulle braccia e sulle gambe.
Pensavamo che, arrivando a Lucca, ormai sarebbe stato uno scherzo raggiungere Viareggio ma non avevamo fatto i conti con la salita di Massarosa; a 15 km dalla meta, dopo 6 ore e 135 km di bici,  ecco che ci si presenta questa erta che inizia con un lungo falsopiano per poi aumentare la sua pendenza e facendoti usare tutti i rapporti a disposizione per scollinare.
Appena si scende, troviamo un santuario della Madonna, alla quale i neo genitori portano il loro ex voto in omaggio per ringraziare la Madonna per i nascituri; ci fermiamo anche perchè c'è una fontana con acqua freschissima che, vista la temperatura, risulterà particolarmente gradita.
Discesa tra gli ulivi e, pedalando ancora per qualche chilometro, arriviamo sotto al cartello di Viareggio
Poco prima delle 17, troviamo il nostro hotel e, felici per aver portato a termine l'impresa, ci complimentiamo tra noi, ristorandoci con una bibita gelata.
Considerando che sono partito da Pontecchio, il mio contachilometri segnerà 156,3 km; personalmente, ho battuto il mio record di distanza, che era fissato a 155 km, quando andai da Pontecchio a Gabicce Mare tanti anni fa.
Doccia ristroratrice, piccolo riposino ad occhi aperti e poi si decide di andare a fare compere sulla passeggiata principale; mutande a go go, spazzolini e il tentativo di prendere una maglia pesante per contrastare il freddo che sapevamo avremmo incontrato il giorno dopo.
Gira e rigira, alla fine sopraggiunge una certa fame e già alle 19:15 ci sentiamo pronti per mettere le gambe sotto al tavolo; basandoci sull'istinto e sulla valutazione del menù esposto, scegliamo il ristorante "Sa Playa" e possiamo certamente dire di aver avuto parecchia fortuna.
Infatti ci facciamo portare antipasti di mare, primi e Caciucco (per me e Gardo), una fritturina per assaggio, due bocce di bianco, acqua e caffè, il tutto a meno di 23 euro a testa: anche questo locale CONSIGLIATISSIMO (se andate, meglio prenotare).
Gelatino e a nanna molto presto (21:40), avendo prima fatto un briefing per decidere cosa fare l'indomani, vista la pressochè certezza della pioggia.
Sveglia alle 7:15 e, sorpresa, il cielo è azzurro e soleggiato; a colazione, siamo combattuti sul da farsi, anche perchè eravamo andati al letto la sera prima convinti che avremmo preso il treno da Viareggio fino a casa.
Alla fine, affidiamo il tutto al lancio della monetina ed il responso è stato quello di partire in bici e di fermarci alla prima stazione disponibile in caso di pioggia.
Partiamo alle 8:30 e ripercorriamo la strada dell'andata, compresa la salita di Massarosa, che, anche se affrontata con pochi chilometri nelle gambe, risulterà ancor più ostica che dal versante opposto.
Avvicinandoci a Lucca, vediamo che i cielo si rannuvola e, dopo aver visitato il centro di Lucca (dove Leo trova il modo di assaggiare il porfido della strada) e fatto la foto davanti al Duomo, decidiamo di andare a prendere il treno.
Dopo aver ricevuto consigli sul percorso da parte del bigliettaio, non essendo possibile caricare bici sui treni della Porrettana alla domenica, ci troviamo costretti a ripiegare sulla Direttissima, scegliendo Vado quale stazione di arrivo.
A Prato scendiamo ed abbiamo la coincidenza dopo 1 ora e 10; decidiamo di andare in centro per cercare una pizzeria al taglio, perchè era poi arrivata anche l'ora di pranzo.
Tornati alla stazione, eccoci poi imbarcati sul treno per Vado, constatando una certa avversione da parte del personale Trenitalia nei confronti dei viaggiatori con bici al seguito; pazienza.

Arriviamo a Vado alla 13:20 e, vedendo che non pioveva, decidiamo di non chiamare nessuno a casa per farci venire a prendere.
Con calma arriviamo a Sasso, salutandoci e promettendoci di ritrovarci per le prossime imprese che le nostre menti stanno già progettando.
Che dire, a prescindere dalle premesse negative (rinuncie e meteo avverso per la domenica), il giro è venuto fuori davvero bello, con compagnia straordinaria, luoghi bellissimi e momenti di grande ilarità.
Per noi che lo abbiamo portato a termine, si tratterà di un ricordo che custodiremo gelosamente ed è molto probabile che resterà una esperienza UNICA.
Buona strada a tutti.
Tab.

17 commenti:

  1. devo dire che il passo dell'oppio è molto interessante, non offre salite troppo dure, e guardandosi attorno regala un paesaggio tra i più belli, Arrivati a Lucca , città apprezzatissima dai turisti,(non l'avrei mai immaginato) a proposito attendo il giro/gemellaggio sul serchio paventato dalla Simona.
    Passato Lucca abbiamo proseguito verso Viareggio, dove abbiamo toccato l'acqua del mare e mangiato , Tab a dato sfogo ad una delle sue grandi passioni, da prima divorando un mezzo toscano tocciandolo nel sugo pepato delle cozze ,poi a dato il meglio lucidando al meglio la ceramica del piatto dove era riposto il suo caciucco ,ha voluto pure il "tappo" con un gelatino. A letto di corsa . Il mattino come diceva Tab è stata una moneta a decidere le nostre sorti , foraggiati e vestiti inforchiamo la bici . Massarosa, il nome del piccolo promontorio che affrontiamo dove Leo paga il dazio di una colazione abbondante e arriva dopo l'ultimo,la scopa,praticamente piantato ,appena arriva esordisce con "eravate appena scesi" ,noi stavamo mettendo via il tavolino le piacentine e il bottiglione di lambrusco. Ripartiamo, con due pedalate siamo a Lucca, un giro dentro mura e treno fino a Prato altro giretto in centro e via verso Monzuno/Vado
    Da considerarsi Sara eccezionale come sempre a differenza di Leo -magnaroda- Luca aiutato dal fisico e dall'età è arrivato senza fatica, a differenza di Tab che a misurato con sapienza tutte le sue energie dato che non ne aveva da sprecare, comunque senza grossi problemi siamo tutti riusciti nell'impresa e stiamo già pensando come ripeterci e valutando altre mete.



    GARDO

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    1. hhh ...sono quelle che mancano qua e la...

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  2. Veramente complimenti a tutti, siete stati grandi !!!
    Giorgio

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  3. che avventura !! ma che potenza ha tabarone !!! però,a vedere la prima foto, pensavo che a rompersi fosse la cinghia dello zaino, mi sembrava un po' sofferente hihihihi comunque complimenti per aver fatto tutti quei km senza pedale!! ma soprattutto COMPLIMENTI ALLA SARA che immagino avrà avuto la pazienza di aspettare gli altri su ogni salitella
    GRANDI !!
    enrico

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    1. Enrico, dopo la tua performance di Lugo, non dovresti permetterti di prendere in giro nessuno...
      Si, per il pedale, mi sto ancora domandando come un perno di Ø8 in acciaio possa cedere di schianto in quel modo; se tanto mi da tanto avrebbe dovuto reggere almeno 2500 kg. Si vede che sono davvero troppo potente... comunque è un caso da studiare; certamente entrerà in gioco la tribologia...
      Tu piuttosto, vedi un po' di darti una sistematina sulla bici che se no ti si liscia il pelo ancora di più...
      Stammi benone.
      Tab

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    2. eddai è solo per stuzzicarti un po' eheheheh
      ci dovremmo vedere il 27, ancora a lugo mi sembra, ma deciderò gli ultimi giorni se esserci o no...

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  4. Siete entrati nella leggenda! stamattina i miei figli volevano andare in edicola per cercare l'album delle vostre figurine, siete i nostri eroi. BRAVISSIMI!!!
    Simo

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  5. Complimenti a tutti e cinque... e tu sara sei immensa , in quanto a tab ...che sfiga pero'...ma comunque bravo e tenace. Non vi siete persi d'animo, e alla fine la costanza vi ha premiati tuti portando a termine un giro veramente unico! ancora un elogio a tutti..
    Raptor

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  6. A proposito com'e' che non avete ancora pubblicato il miuo resoconto dell'uscita di sabato?
    Raptor

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  7. Ma alla fine quanti punti vi siete meritati? Ritorno in treno non prevede punteggio pieno!!
    Stefano

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    1. Al ritorno abbiamo fatto quasi 50km....buttali via...
      Sei tu il giudice unico...decidi tu; per quel che mi riguarda, il mio premio l'ho già avuto.
      L'essere arrivato a Viareggio, sano e salvo, dopo 40 km senza pedale, non ha prezzo; per il resto c'è Mastercard...

      Tab

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  8. Bravissimi Ragazzi impresa memorabile, come è memorabile la tenacia dimostrata per la caparbietà nel realizzare il percorso nonostante le previsioni avverse delle condizioni climatiche che prevedevano pioggia per i due giorni. Ale Monti

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  9. AL DI LA DELL'IMPRESA è STATO MOTIVANTE TROVARE PERSONE COME VOI,CON CUI SI ENTRA SUBITO IN SINTONIA PUR ESSENDO ESTRANEO AL GRUPPO.....UN SALUTO A TUTTI E AMARCMAND "SAVE THE LEG" CIAO LUCA....(fratello di Sara)

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    1. Grande Luca!
      Sto già preparando l'impresa per l'anno prossimo.
      Tieniti pronto.
      Ciao
      Tab

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  10. Ragazzi per festeggiare la fine della cura, ieri mi sono comprata la bici da corsa, l'anno prossimo, dopo doveroso allenamento, sarò anche io dei vostri!!!
    Simo

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    1. Grandissima Simona!!!
      Bene per entrambe i motivi: finita la cura e bici nuova.
      Non prendere però il virus della strada...tieni lo spazio per il sabato pomeriggio offroad.
      Comunque, per fare lo Stelvio, andava bene anche la MTB; ti aspettiamo il 1° settembre!
      Un abbraccio.
      Tab

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  11. Grande simo sono ( siamo tutti) contento per te,... adesso prenditi una bella rivincita pedalando anche con la bici da strada ...e come dica tab tieniuti lo spazio anche per la mtb del sabato
    Raptor

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